Da La Nazione, articolo di Martina Del Chicca – sabato 12 agosto 2023 | Il Carnevale in evoluzione. Moderna commedia dell’arte al servizio di un mascherone. Così il teatro conquista i carri. C’erano una volta i pon-pon, poi sono arrivate le coreografie e adesso i figuranti sono attori. Per la manifestazione si apre una nuova frontiera: la cartapesta prende corpo e voce (https://www.lanazione.it/viareggio/cronaca/il-carnevale-in-evoluzione-moderna-commedia-dellarte-al-servizio-di-un-mascherone-cosi-il-teatro-conquista-i-carri-e9febde9)

“Qual è quella città…” che nella notte di San Lorenzo non deve aspettare che cada una stella per vivere un sogno? “Viareggio, Viareggio“. E la città, nella notte dei desideri, se l’è cantate tutte le sue canzoni (compresa questa ballata “tutta incanto e tutta amor“), che da cent’anni e più l’accompagnano quando arriva Carnevale. Desiderio che vibra anche nel pieno dell’estate; tra gli sguardi stupefatti dei bagnanti piovuti giovedì sera in Cittadella, anche col bus gratuito organizzato dalla Fondazione (efficientissimo, l’abbiamo testato), per vedere come nasce la festa, per assistere alla presentazione dei bozzetti che sbocceranno d’autunno per sfilare sul Lungomare a febbraio. “Ma qui è sempre Carnevale?” chiede un bresciano in ferie. “No, ma quando parte ’Come un Coriandolo’ qui si vola” risponde un bagnino fuggito dalla spiaggia con la canotta di ’Salvataggio’ per vedere che Carnevale sarà quello del 2024. Metafora perfetta per raccontare, intanto, cos’è il Carnevale per Viareggio: un salvagente a cui aggrapparsi per restare entusiasti come i bambini e complici come una comunità.

Lo chiamiamo Carnevale, perché questa è la sua essenza, ma siamo di fronte ad una profonda mutazione che sta contagiando lo spettacolo. C’erano una volta i mascheroni, incorniciati dai pon-pon, e ora siamo già oltre le coreografie, che hanno cambiato il ruolo delle maschere (o figuranti). Con un salto abbiamo scavalcato i balli di gruppo che, con quei passi ordinati (due a sinistra, poi a destra. Una piroetta…), nell’ultimo decennio hanno ’ dominato i corteggi. E ci ritroviamo immersi in una moderna commedia dell’arte. Che si tratti di un’evoluzione o di un ritorno alle origini, quando quella del giullare era una professione, poco importa: il Carnevale è ad una svolta.

Una delle tante che hanno attraversato questa storia lunga un secolo e mezzo. Sempre meno improvvisato o spontaneo (a seconda dei punti di vista) e più che coreografato: teatrale. Le maschere sono un’estensione del mascherone, danno corpo e voce, spirito e vita a quei giganti di cartone. È questa la sensazione che ci ha lasciato “La notte dei bozzetti”.

Merito o colpa (dipende sempre dalla prospettiva) anche della Fondazione guidata da Marialina Marcucci. Che ha messo la manifestazione sulla strada già tracciata da Gionata Francesconi e dalla Compagnia del Carnevale dei Lebigre-Roger, poi intrapresa dalla famiglia Cinquini – Cirri, che hanno stretto una bella collaborazione con “Teatro Res 9”, e da Alessandro Avanzini, con la danza contaminata di Chiara Cinquini. Il teatro piglia tutto. Matteo Raciti lo aveva proposto già nella mascherate di gruppo e lo metterà in scena anche in Seconda Categoria, Luca Bertozzi per raccontare il suo ’Più denti’ ha lasciato la parola ad un attore che, come un consumato domatore del circo, ha annunciato per il 3 febbraio il “Più grande spettacolo del mondo”. Certamente sarà uno spettacolo nuovo. Un “Carneatro”.

“Se i primi centocinquant’anni sono stati fantastici – ha detto l’assessore alla cultura Sandra Mei – . I prossimi saranno strepitosi”. E quanto vorremmo esserci, per vedere i carri volare in Passeggiata. Nell’eterna evoluzione che tiene viva questa festa d’arte, più varia che mai.

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