L’organizzazione di tre giorni di teatro giovanile di respiro nazionale rientra tra quei fenomeni a cui sembra impossibile credere finché non si vedono accadere. Riassumere il Sirio Festival 2024 in poche righe è un’impresa meno semplice di quanto si possa credere, anche se i numeri possono aiutare: 6 spettacoli in programma, 4 workshop, più di 80 ragazzi tra i 14 e i 30 anni che si sono alternati sullo stesso palco. Ciò che le cifre non riescono a esprimere è l’impatto benefico del confronto, della scoperta di sensibilità teatrali tanto lontane o tanto vicine, ma sempre capaci di parlarsi l’un l’altra.

 

 

Nel corso del Festival, da venerdì 26 a domenica 28 aprile 2024, l’Auditorium Enrico Caruso del Gran Teatro Giacomo Puccini è diventato così un caleidoscopio di temi e generi. I ragazzi di Magarìa, da Torino, hanno portato in scena Detox, uno spettacolo sospeso tra la dimensione onirica e il simbolismo, dove i mali del tempo presente si mostrano nella loro allucinata insensatezza. La pluripremiata pièce Orizzonte, della compagnia Io Non Ti Conosco di Napoli, ha raccontato il viaggio verso l’America di tre fratelli in fuga dai drammi pubblici e privati del secondo dopoguerra, in un riverbero di sogni, desideri e disillusioni fortemente suggestivo. Un grande classico shakespeariano è tornato a vivacizzare palco e platea grazie alla freschezza frizzantina dei giovani attori di TeatroModa, da Trento, che hanno partecipato alla rassegna con il loro Sogno di una notte di mezza estate.

 

 

Accanto alle compagnie selezionate, due ospiti notevoli: Penta Teatro, da Pistoia, che con Denuncio tutti. Lea Garofaloha lacerato il silenzio sugli orrori della ‘Ndrangheta in un monologo potente e toccante, e La Bottega del Teatro, il cui spettacolo Ai lati si proponeva di passare al vaglio di uno sguardo critico e divertito la nozione di identità italiana.

 

 

Teatro Res 9 ha calcato le scene la sera di sabato 27, deponendo per qualche ora i panni dell’organizzatore e vestendo quelli dell’attore: Harvey, la commedia brillante di Mary Chase incentrata sul signor Dowd e il suo singolarissimo amico, ha entusiasmato spettatori nuovi e fedeli, che volevano rigustare l’opera già andata in scena lo scorso agosto.

 

 

Lo scambio è stato il gran protagonista del Festival. Una messa in circolo di idee, sensazioni e concetti che non è rimasta confinata entro i momenti di dialogo tra cast e pubblico seguiti a ogni spettacolo (un’opportunità preziosissima e ancora troppo poco diffusa nei teatri), ma ha di fatto investito tutti gli istanti in comune. Il Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago si è colorato di un mosaico vario e sfaccettato di voci e di corpi, un invito alla scoperta del mondo mai abbastanza esplorato delle associazioni di teatro giovanile: realtà preziose che vivificano le comunità locali, ma che spesso esitano ad affacciarsi sullo scenario nazionale. L’obiettivo del Festival procedeva esattamente in questa direzione: raccogliere alcune delle realtà più stimolanti entro un’unica cornice, tessere relazioni e legami reciproci, nella speranza di vederle diventare radici di una rete viva e splendente.

 

 

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza i tanti che ci hanno sostenuto attivamente e concretamente in ogni fase dell’evento: in primis la UILT Toscana e la sua Presidente, Stella Paci, fin dall’inizio una delle promotrici più entusiaste del Festival; la Città di Viareggio, nella figura della sua assessora alle politiche culturali ed educative Sandra Mei; la Fondazione Festival Pucciniano, che ci ha messo a disposizione un ambiente straordinario per storia e bellezza; l’Associazione Comitato via Guerrazzi per il sostegno concreto. Ma un elenco esaustivo dei ringraziamenti sarebbe interminabile.

 

 

L’eredità del Sirio Festival 2024 è un patrimonio umano e artistico da conservare, coltivare, rinnovare e arricchire di anno in anno. Una sfida, certo, prima ancora che una promessa. Ma una sfida che siamo pronti a raccogliere, certi della sua ricchezza.

 

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