Per dare voce a ogni suono dell’essere umano, per irrompere nell’animo e scompigliarne l’interiorità, è nato il Teatro. Davide Moretti (1977-2020), maestro, regista, attore e drammaturgo, credeva così tanto in questo principio da farne il cardine della sua testimonianza. E proprio a partire da questa, nove dei suoi per sempre allievi (Alessio Luca Bartelloni, Alessio Del Dotto, Gabriele Dell’Innocenti, Filippo Fantoni, Nicole Fontana, Matteo Lombardi, Luca Orlandi, Eleonora Pucci e Alfredo Scorza) danno oggi vita a una nuova associazione teatrale: Teatro Res 9. Con un obiettivo chiaro: sviluppare personalmente questo insegnamento per farlo germogliare in forme nuove, amplificandone lo spirito e il fragore.

Il nostro nome nasce da un’espressione latina che restituisce bene l’idea di novità che abbiamo in mente e che ci piacerebbe diventare: res novae si traduce infatti solo letteralmente cose nuove, perché il suo significato autentico è rivoluzione, sconvolgimento, con una sfumatura negativa che tutta quanta rivendichiamo. Perché vogliamo far soffiare un vento nuovo nel panorama teatrale e culturale del territorio, in tutte le modalità che ci sarà possibile declinare. Perché vogliamo mettere a disposizione del nostro luogo la nostra forza di ventenni e includere chi il teatro lo vuole conoscere, vedere, capire, provare, vivere.

Il lavoro è già partito. Già questo 27 gennaio saremo in scena allo splendido Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (FI) davanti a più di 400 studenti con L’istruttoria di Peter Weiss, un testo chiave della riflessione sulla Shoah, nato dallo storico processo di Francoforte, dove, stavolta nelle vesti di testimoni e imputati, si confrontarono prigionieri e aguzzini dei lager nazisti. Ma replicheremo anche a Viareggio e gli studenti saranno 480: nella mattinata del 30 gennaio, saremo in scena in due turni al Teatro Jenco, sempre per le scuole, in linea con una storia attoriale che ci vede da anni impegnati in iniziative di sensibilizzazione sul tema e di collaborazione con il mondo scolastico.

E nel mentre sta già prendendo forma la nostra prima produzione aperta a tutto il pubblico: un riadattamento in chiave contemporanea dell’Antigone di Sofocle, in cui i brani del testo tragico originale si alterneranno a parti inedite, scritte appositamente per approfondire la psicologia dei personaggi e la dinamica delle loro relazioni interpersonali. La messa in scena è stimata per il mese di maggio.

Saranno questi i nostri primi passi, ma l’intenzione è quella di moltiplicarli in un percorso che dia vita a un teatro che sappia essere dirompente e penetrante, perché non ci sfugge che i frutti di ogni rivoluzione si vedono solo con il tempo.

Presso gli Antichi si pensava che fosse possibile predire il risultato di un’iniziativa dall’influsso degli astri. Certo, noi non ce la sentiamo di affidare un ruolo così tanto delicato alle stelle, ma abbiamo scelto di avere come logo della nostra associazione una costellazione, quella del Cane Maggiore. Nei secoli passati, presso gli astronomi cristiani, era nota con un altro nome: Re Davide.

Difficile immaginare un auspicio migliore di questo.

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